Unieco: “Ecco come ripartiremo”. L’assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2012

Unieco: “Ecco come ripartiremo”. L’assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2012

L’assemblea dei soci di Unieco riunita a Reggio Emilia il 27 luglio ha approvato il Bilancio 2012. Il conto economico non è confrontabile con quello del 2011, sia in relazione al mutato contesto dei settori dove Unieco opera, sia in conseguenza dei criteri fortemente prudenziali che lo hanno ispirato anche in coerenza con la procedura in corso. Procedura che Unieco sta portando a termine e dovrebbe auspicabilmente completare con l’omologa e l’uscita in bonis.

Unieco ha chiuso il 2012 con un montelavori di 402 milioni di euro, che sale a 594 a livello di consolidato. Il patrimonio netto, penalizzato da un reddito d’esercizio che ha recepito perdite su crediti, accantonamenti per svalutazioni prudenziali su crediti e di partecipazioni rilevanti e chiude con un pesante – 78 milioni, pur presentando un dato gestionale in sostanziale equilibrio, rimane sempre considerevole e superiore ai 200 milioni di euro come capogruppo ed oltre i 220 milioni come consolidato.

I dati che il bilancio 2012 evidenzia – commenta il presidente di Unieco Mauro Casoli – fotografano la grande difficoltà che le aziende italiane impegnate nel settore delle costruzioni e nell’immobiliare, oltre che dei laterizi e materiali per l’edilizia, vivono da anni. Unieco grazie alle diversificazioni nell’area delle attività industriali legate all’ambiente e ai lavori ferroviari e alle proiezioni verso le attività all’estero ha cercato di tutelarsi al meglio ma non è riuscita a non rimanere imbrigliata nella rete del credit crunch, ma stiamo lavorando per uscirne. In un settore che ha perso drammaticamente migliaia di posti di lavoro e tantissime imprese Unieco, anche con il ricorso ai contratti di solidarietà, difende il lavoro e considera questa scelta fondamentale per impostare il futuro che è contenuto nel piano industriale. Il piano che è alla base dell’uscita in bonis garantirà a tutti i creditori il 100% dei loro crediti e prevede una profonda riorga-nizzazione e l’impegno alla ricerca della massima efficacia operativa, anche attraverso una politica basata sulla revisione di tutti i costi gestionali e che rispetterà gli impegni per gli investimenti nelle aree di business che offrono opportunità. Il tutto mirato alla sostenibilità del suo modello di impresa, riallineato alle mutate condizioni dei mercati.  In sintesi ci difendiamo in ottica di sviluppo”.

Impegno ribadito dai soci che hanno approvato il bilancio 2012 forti della convinzione che a fine piano, nel 2016-2017, avranno ridato a Unieco le basi, solide, per il futuro con quella che il presidente Mauro Casoli ha definito una “metamorfosi”, un’evoluzione del modello di business che continuerà a essere basato sui settori delle costruzioni, ambiente, lavori ferroviari e laterizi che continuano a dare lavoro a 1500 addetti, ma che dovranno essere interpretati con modalità tutte nuove.   

Il presidente di Unieco, nel corso dell’assemblea, ha ringraziato i vari stakeholders che hanno contribuito a rendere attuabile il piano di ristrutturazione ed ha spronato i soci a portare avanti i programmi con attenzione e vigore interpretando fino in fondo il ruolo di cooperatori: “La cooperazione deve avere uno sguardo lungo, anche nelle fasi più difficili. Ora ci aspetta l’appuntamento con l’internazionalizzazione e la managerialità diffusa. All’orizzonte rimane la creazione anche nel settore delle costruzioni di un Gruppo Cooperativo (che si chiami Grande o Paritetico) capace di aprire una fase nuova di crescita”.

Tema ripreso dal presidente di Legacoop Emilia-Romagna Paolo Cattabiani: “Oggi possiamo dire che rispetto a 3-4 mesi fa c’è una differenza fondamentale: siamo passati dal “se saremo” al “come saremo”.  L’Emilia Romagna cooperativa nel settore delle costruzioni gioca un ruolo di primo piano a livello nazionale, per qualità e intensità. Le grandi cooperative possono cogliere in questa fase l’opportunità di accorpare, specializzare, innovare e per andare all’estero. Le formule, dalle fusioni alle reti, non mancano  ma servono potenti processi aggregativi e strumenti per deconsolidare il patrimonio immobiliare esistente. Mi auguro che saranno le cooperative a fare queste operazioni prima di quelle che il mercato inevitabilmente continuerà a fare”. Simona Caselli, presidente di Legacoop Reggio Emilia, concludendo l’assemblea ha ricordato che: ”I prossimi mesi saranno importanti. Le scelte strategiche sono allo studio e non sono più rinviabili. I tempi dovranno essere abbastanza rapidi. La cooperazione nel settore delle costruzioni è stata importante e continuerà ad esserlo”.