GRANDE PARTECIPAZIONE ALL’ASSEMBLEA UNITARIA DELLA COOPERAZIONE REGGIANA

GRANDE PARTECIPAZIONE ALL’ASSEMBLEA UNITARIA DELLA COOPERAZIONE REGGIANA

E’ una voce forte quella che per la prima volta alzano insieme le tre centrali cooperative (Agci, Confcooperative e Legacoop): una voce che racconta di nuovi impegni della cooperazione a favore del territorio, ma anche dell’orgoglio legato ad un a storia, ad una identità, ad una funzione sociale e ad un tasso di competitività che ha consentito alle 538 cooperative reggiane di resistere meglio alla crisi, di tutelare l’occupazione e, in diversi settori, di continuare a crescere anche in questi anni. E’ un segnale importante quello lanciato dalle tre organizzazioni cooperative, per la prima volta riunite insieme nell’Assemblea unitaria che si è svolta il 30 novembre nella Cantina Albinea Canali di Reggio Emilia, gremita di cooperatori, amministratori pubblici e rappresentanti delle associazioni imprenditoriali reggiane.

Su tutto è emersa la consapevolezza dei nuovi e straordinari impegni cui la cooperazione è chiamata per “traghettare il Paese – ha detto Simona Caselli, presidente di Legacoop – da un’economia al servizio della finanza verso un’economia al servizio della persona”, puntando a nuove imprese e a nuovo lavoro – ha sottolineato il presidente di Confcooperative, Giuseppe Alai – nel campo della energia, del digitale, della logistica di rete, della sanità leggera, e soprattutto nell’ambito della costruzione di un nuovo sistema di welfare e di una vera scienza economica di comunità che si fondi sulla sussidiarietà tra pubblico e privato sociale”. L’Assemblea unitaria della cooperazione reggiana è stata anche organizzata come significativa conclusione dell’Anno internazionale delle coope-rative promosso dall’Onu, a testimonianza di quanto venga ritenuta importante la forma cooperativa per uscire dall’attuale crisi economica e sociale. “A Reggio Emilia – ha ricordato il presidente di Agci, Mauro Veronesi – è iniziata con l’Assemblea unitaria il cammino per la costruzione di quella Alleanza delle Cooperative che già si è realizzata a livello nazionale come strumento di lavoro comune sulle proposte e sulle istanze cooperative: un movimento che, nel mondo conta un miliardo di soci (tre volte il numero degli azionisti delle spa), 2.000 miliardi di dollari di fatturato (se la co-operazione fosse una nazione, rappresenterebbe la nona potenza economica mondiale) e 100 mi-lioni di occupati (1.341.000 in Italia, con un +7,2% contro il -1,2% registrato nel Paese)”.

I risultati, anche a Reggio Emilia, sono indiscutibilmente buoni, anche se vi sono settori (e in primo luogo l’edilizia) che pagano comunque il costo della crisi. Superata la stretta del 2009, quando si registrò un calo del 2,3% del valore della produzione, il fatturato ha ripreso a crescere, con un +8,43% nel 2009 e un ulteriore +5,3% nel 2011, portandosi così a 8,542 miliardi. La peculiarità tutta reggiana emerge con evidenza dal raffronto con i dati nazionali: le cooperative aderenti alle tre centrali contribuiscono per il 12% alla formazione del valore aggiunto provinciale (in Italia la quota si attesta al 7,7%), mentre l’incidenza sull’occupa-zione (17.068 i lavoratori reggiani nelle coopera-tive, il 61,7% dei quali rappresentato da donne) è pari al 7,3% rispetto al 4,8% nazionale. Forte anche di queste cifre, dalla cooperazione reggiana (autentica risorsa nella crisi e contro la crisi, come l‘ha definita Carlo Borzaga, docente di Politica economica all’Università di Trento e presidente di Euricse, partono ora nuovi impegni e sollecitazioni. Per le centrali cooperative è intanto intollerabile, soprattutto a Reggio Emilia, che continui la pratica delle gare al massimo ribasso, cui spesso si legano anche fenomeni di criminalità organizzata, così come è necessaria una più forte azione di contrasto della illegalità e di lotta alle false cooperative.

E’ anche a fronte di queste situazioni che il sistema cooperativo – invitato dal Sindaco Graziano Delrio a non sottrarsi al “dovere di essere unito pur nelle diversità, divenendo così soggetto di innovazione” – punta a nuovi obiettivi di efficienza e competitività di mutualità interna ed esperta, di superamento di anacronistici approcci ideologici alla cooperazione.

“Oggi – sono state le conclusioni dell’Assemblea dei cooperatori reggiani – per la responsabilità che ci compete nel produrre reddito e distribuirlo equamente, per i nuovi bisogni economici e sociali del territorio, per aprire nuove vie di fiducia e solidarietà, ancor più siamo chiamati a fare il massimo possibile e non, come altrove accade, il minimo indispensabile”.