Legacoop Reggio Emilia e la crisi del settore delle costruzioni. Interviene il direttore Lorenzo Giberti

Legacoop Reggio Emilia e la crisi del settore delle costruzioni. Interviene il direttore Lorenzo Giberti

Il direttore generale di Cna Fabio Bezzi ha affrontato in questi giorni a più riprese la crisi del settore delle costruzioni, esprimendo fortissima preoccupazione.

E’la stessa preoccupazione che ha Legacoop, perché è una crisi drammatica che tocca profondamente migliaia di soci e di lavoratori delle cooperative, e di conseguenza tutto l’indotto. Ma attribuire la responsabilità alle cooperative, e solo a loro, è sbagliato. Qui siamo di fronte ad una crisi epocale del settore, che non è di oggi e non è concentrata solo a Reggio Emilia.

Che tutto il settore delle costruzioni sia in crisi da tempo, è sicuramente noto anche alla Cna, così come è evidente a tutti che non si vede all’orizzonte l’avvio di nuove e necessarie opere pubbliche.

Le grandissime difficoltà di accesso al credito sono uno dei principali elementi che contribuiscono alle difficoltà del settore. Legacoop l’ha già detto: ci sono oggi vincoli all’agibilità del sistema bancario fuori dalla realtà. Regole che impediscono alle banche di finanziare alcuni settori, anche se lo volessero. Il tutto quando abbiamo le cooperative che presentano un portafoglio lavori ancora molto consistente.

Sono problemi questi che risolviamo qui a Reggio Emilia, litigando tra i diversi sistemi di impresa?

Specialmente il ritardo o il mancato pagamento da parte dello Stato e degli Enti Pubblici ha messo in ginocchio il settore. Legacoop sta completando l’analisi dell’ammontare dei mancati pagamenti nei confronti delle cooperative: i primi dati ci indicano che siamo di fronte a cifre spaventose. Questa è la situazione attuale e la cooperazione è consapevole dei suoi riflessi sull’occupazione e sull’indotto (che è peraltro anche cooperativo). Legacoop – da Reggio Emilia a Roma, a cominciare dal suo presidente nazionale Poletti, anche a nome dell’Alleanza delle Cooperative Italiane – da tempo sostiene con forza l’esigenza di rivedere il Patto di stabilità, che sta strozzando questo ed altri settori, oltre che l’attività degli enti locali. Lo sta sostenendo con coraggio e con forza anche il presidente dell’Anci Graziano Delrio, e Legacoop sarà al suo fianco in questa sua battaglia.

Ribadiamo poi che la decisione di accedere a procedure concordatarie – alcune in forma anche nuova nel sistema legislativo italiano – rappresenta una scelta tutt’altro che comoda e agevole. Una scelta dolorosa ed estrema, che serve a tutelare il patrimonio sociale e specialmente la continuità aziendale, e che riteniamo utile non solo per i soci e i lavoratori delle cooperative, ma per tutta la filiera. Altre scelte sarebbero state ben più pesanti per le cooperative, i loro fornitori, il settore e il territorio.

Legacoop, di fronte a questa crisi, non è inerte, tutt’altro: sono in atto e allo studio progetti industriali e forme di riorganizzazione del settore che riteniamo possano dare un assetto più efficace al settore per superare la crisi. Vogliamo poi ricordare – perché sembra che a molti osservatori la cosa sia sfuggita – che la crisi del settore costruzione, qui a Reggio Emilia, ha visto svilupparsi interventi finanziari e forme di solidarietà di grandissima rilevanza che hanno coinvolto nel suo complesso il sistema delle cooperative di Legacoop, e i cui effetti si riverberano su tutto il territorio. Non ci sembra di aver visto in situazioni analoghe un simile impegno da parte di altre organizzazioni. Ricordiamo anche che la crisi del settore tocca ora da vicino la nostra terra e la nostra gente, ma le cooperative reggiane hanno sempre creato nei decenni, lavoro e ricchezza per la nostra provincia, e intendono continuare a svilupparsi per garantire il lavoro e il futuro all’economia reggiana.

Noi pensiamo sia molto più utile – come ha detto ieri il presidente regionale di Legacoop Paolo Cattabiani – avere una consapevolezza condivisa delle cause e degli effetti di questa crisi e di fare fronte comune, che non piuttosto scatenare inutili polemiche tra le vittime. Questa crisi la si affronta insieme e non solo qui a Reggio Emilia: sistema delle imprese, sindacati, amministrazioni pubbliche, forze politiche. Cercare un unico colpevole – che non c’è – non serve a niente, se non a ipotizzare un futuro fatto di macerie.