AGROALIMENTARE: 37 IMPRESE MONTANE IN UN SOLO PROGETTO. INVESTIMENTI PER 8 MILIONI

AGROALIMENTARE: 37 IMPRESE MONTANE IN UN SOLO PROGETTO. INVESTIMENTI PER 8 MILIONI

Nasce nell’Appennino reggiano uno dei più importanti progetti di filiera dell’agroalimentare emiliano-romagnolo. Una rete di 10 latterie sociali, 27 aziende agricole e un’impresa confezionatrice di Parmigiano Reggiano scende infatti in campo, per la prima volta, con un unico progetto che prevede investimenti per quasi otto milioni di euro e riguarda tutti i processi che ruotano attorno all’agroalimentare montano: dai foraggi alle stalle, ai magazzini di stagionatura, ai luoghi e ai processi di lavorazione del latte, alla porzionatura del prodotto stagionato.

A breve, tra l’altro, nella rete promossa e coordinata da Confcooperative e Legacoop nell’ambito delle azioni per le Aree interne potrebbe entrare anche una grande realtà del consumo, completando così il cammino che va dai campi alle tavole dei consumatori italiani e stranieri. Il progetto sarà presentato a  giorni alla Regione Emilia-Romagna che, con il Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, sostiene proprio questi progetti di filiera.

Alle latterie reggiane coinvolte (Quara, Cavola, Casale di Bismantova, San Pietro di Valestra, San Giorgio di Cortogno, Garfagnolo, del Parco, Cagnola, Fornacione), che da sole rappresentano il 60% del latte lavorato nella montagna reggiana per la produzione di Parmigiano Reggiano, si sono associati anche un caseificio del parmense (il Val d’Enza) e uno del modenese (Valle del Dolo), mentre delle 27 aziende agricole, 23 sono reggiane, una modenese e tre parmensi.

«Un risultato straordinario – sottolinea Matteo Caramaschi, presidente dell’Alleanza Cooperative Italiane di Reggio Emilia – che esplicita un modo nuovo e concreto di saldare legami e alleanze strategiche fra le imprese di un territorio che ha uno straordinario bisogno di costruire queste reti  Proprio qui – sottolinea Caramaschi – è insediato quasi un quarto delle aziende agricole della nostra provincia e  si riscontra l’urgenza di tutelare e innalzare i redditi dei produttori a fronte di costi di produzione più alti che altrove e di una particolare qualità del Parmigiano Reggiano riconosciuta da progetti, marchi e regolamenti, ma non ancora sufficientemente premiata sul piano commerciale. Gli elevati investimenti previsti dal progetto in cui sono confluite queste imprese – conclude il presidente dell’Alleanza Cooperative Italiane di Reggio Emilia – assumono dunque un tratto del tutto particolare in un territorio che lega alla produzione zootecnica il 77% del valore della plv complessiva (74 milioni di euro su 97) e che non ha sostanziali alternative alla produzione di Parmigiano Reggiano, una monocoltura che qui ha segnato e segna  l’economia, la storia e la cultura delle comunità e delle persone»

Gli investimenti – spiega Martino Dolci, presidente del Consorzio del Crinale, capofila del progetto – vanno ad incidere proprio su questo straordinario patrimonio, partendo da investimenti per 3,35 milioni all’interno delle aziende agricole, che saranno impegnate soprattutto nell’ulteriore qua-lificazione delle stalle e nella coltivazione, raccolta e gestione del foraggio.I 4,5 milioni che investiranno i caseifici – prosegue Dolci – riguarderanno, invece, sale di lavorazione del latte, magazzini (con sensibili ampliamenti) e punti vendita, qualificando ulteriormente non solo la produzione, ma anche la relazione diretta con i consumatori. A tutto questo – afferma il presidente del Consorzio del Crinale – si aggiungono anche 200.000 euro di investimenti su un progetto di ricerca e innovazione che riguarda la migliore caratterizzazione dei foraggi (che nella montagna reggiana valgono quasi 18 milioni di euro), l’indi-viduazione e il monitoraggio degli indici di efficienza realizzabili nelle imprese agricole che producono latte per il Parmigiano Reggiano».

E mentre il progetto si avvia verso la sede della Regione, da Dolci giunge anche un auspicio: «La coesione e la collaborazione concreta che sta alla base di questa rete di imprese – conclude il presidente del Consorzio del Crinale – mi auguro rappresenti solo l’inizio di un nuovo cammino per l’agroalimentare del nostro Appennino, che proprio sull’unità di intenti e di lavoro fra le imprese può costruire la stabilità e lo sviluppo dei redditi di qui abbiamo tutti bisogno».

I caseifici del progetto di filiera. Caseificio sociale di Cavola (Toano), Latteria sociale Quara (Toano), Latteria sociale Casale di Bismantova (Castelnovo ne’ Monti), Latteria sociale San Pietro (Valestra di Carpineti), Latteria sociale San Giorgio (Cortogno di Casina), Latteria sociale di Garfagnolo (Castelnovo ne’ Monti), Latteria sociale del Parco (Ventasso), Latteria sociale Cagnola (Castelnovo ne’ Monti), Latteria sociale Fornacione (Felina, Castelnovo ne’ Monti), Latteria sociale Val d’Enza (Vairo di Polenzano, Parma), Latteria sociale Valle del Dolo (Romanoro di Frassinoro, Modena).

Le aziende agricole:Società agricola Magnani Gino, Roberto e Graziano, azienda agricola Garofani di Ro-dolfo e Orietta, Azienda agricola L’Arcobaleno di Andrea Cavalletti, azienda Paolo Croci, azienda Mauro Marazzi, società agricola Fontatagrossa, società agricola Le Piagne, azienda agricola Zannoni di Paola Favali, società agricola Gianbattista Favali e Gabriella Mercati, asocietà agricola Gianni Ferrari e Barbara Meglioli, azienda Francesco e Tommaso Medici, azienda Arturo Casini, azienda Elia Campani, azienda agricola Strada di Devid Campani & c, Cooperativa agricola S. Lucia,azienda Il Ponte di Marcello Chiesi, società agricola Ventasso di Pietro Malpeli e Doriana Santini, azienda Sauro Capanni, azienda Matteo Ruffini, società agricola Bardini Afro & c, azienda agricola Cerpiano di Emilio Bertolini, società agricola La Bora di Simone Azzolini e Soave Zanni), azienda Simone Giovannelli, azienda Vito Giuseppe Nobili, azienda Manuel Pini, azienda agricola Berini, azienda La Gesa di Paolo Barili e Angelo Berini, azienda Stefanini di D. Stefanini & c. (lavorazione Parmigiano Reggiano).