Unieco e Coopsette: parte il cantiere dell’integrazione

Unieco e Coopsette: parte il cantiere dell’integrazione

Le assemblee dei soci di Unieco e Coopsette, svoltesi rispettivamente il 15 e 14 febbraio, hanno deliberato l’avvio di un progetto di integrazione fra le due cooperative, finalizzato alla costituzione di un soggetto imprenditoriale che possa consentire di recuperare un ruolo da protagonista nel panorama imprenditoriale del Paese.

“Dopo le omologhe dei rispettivi piani di ristrutturazione – si legge in un comunicato dei presidenti Mauro Casoli e Fabrizio Davoli – rese possibili dagli accordi conclusi con i creditori sociali, le cui spettanze sono state salvaguardate nella misura del 100%, e dalla confermata fiducia da parte del ceto bancario, le due cooperative con le odierne delibere assembleari intendono investire sul loro futuro, pur consapevoli delle criticità da affrontare. Una storia di oltre cento anni, gli importanti risultati del decennio ante crisi che hanno consentito un elevato livello di patrimonializzazione (pur al netto delle pesanti perdite recenti), le competenze e le referenze maturate, rappresentano nel loro insieme una base solida sulla quale costruire una profonda rivisitazione del modello di impresa, che dovrà caratterizzarsi per: sinergie di costo finalizzate alla massima efficienza nella gestione imprenditoriale; sinergie commerciali tese ad implementare e qualificare il portafoglio lavori; ulteriore sviluppo delle attuali specializzazioni; crescita dei volumi sviluppati sui mercati esteri. Unieco e Coopsette contano complessivamente, a livello di gruppo, su di un patrimonio umano di oltre 2.300 soci e dipendenti che saranno chiamati ad importanti percorsi di riqualificazione professionale finalizzati anche a politiche di insourcing.

Se la pesantissima crisi del mercato immobiliare alla luce del rilevante capitale investito continua a costituire una criticità per le due cooperative, in campo infrastrutturale Unieco e Coopsette stanno lavorando ad alcune delle principali opere del Paese, quali Brebemi, Tangenziale Esterna Est di Milano ed i nodi ferroviari di Firenze e Genova. A ciò si aggiunge una storica e qualificata presenza su altri mercati; dall’ambiente alle infrastrutture marittime, dall’armamento ferroviario (che già oggi sviluppa oltre metà del proprio fatturato su mercati esteri) agli involucri architettonici; dalla prefabbricazione ai materiali per l’edilizia ed ai sistemi d’arredo per ufficio.

Nonostante l’ultimo faticoso biennio, a fine 2013 il portafoglio lavori complessivo sfiorava i tre miliardi di euro, di cui 2,4 diretti; i budget 2014 delle due cooperative prevedono complessivamente una produzione di 840 milioni di euro che, sommando i volumi delle partecipate, si attesta ad oltre un miliardo. Sotto il profilo della redditività, dopo il pesante biennio 2012 – 2013, il 2014 prevede un significativo incremento dell’Ebitda.

Le due cooperative – concludono Casoli e Davoli – saranno quindi chiamate nei prossimi mesi a mettere in campo un duplice sforzo: il primo per finalizzare gli ambiziosi obiettivi dei rispettivi budget ed il secondo per verificare con i loro gruppi dirigenti e le loro basi sociali la fattibilità del processo di integrazione. Oltre, naturalmente, alle verifiche di carattere tecnico-giuridico, il lavoro di implementazione del progetto dovrà trovare il coinvolgimento e la condivisione dei principali stakeholders delle cooperative, in particolare degli istituti finanziari che già sono stati protagonisti decisivi del buon esito dei piani di ristrutturazione. Pur nella piena consapevolezza delle complessità da affrontare e degli sforzi che saranno richiesti, il lungo viaggio della cooperazione continua”.