LA COOPERAZIONE NEL SOCIALE, UN PONTE TRA NAPOLI E REGGIO EMILIA

LA COOPERAZIONE NEL SOCIALE, UN PONTE TRA NAPOLI E REGGIO EMILIA

Sperimentarsi a 360 gradi nel mondo della cooperazione attraverso due percorsi diversi ma con un unico comun denominatore: fare esperienza diretta di cosa significa la cooperazione sociale a Reggio Emilia e non solo. E’ stato questo l’obiettivo del progetto “La cooperazione nel sociale” che ha visto protagonisti 16 studentesse e studenti del Liceo Galileo Galilei di Napoli, ospiti per due settimane di alcune cooperative del nostro territorio. Un’esperienza resa possibile dalla collaborazione con il Consorzio Quarantacinque e le cooperative sociali Augeo, Zora e Lo Stradello. Le attività del progetto, frutto di un bando dell’Unione Europea per i fondi FSE sono state presentate il 9 luglio, a conclusione dei 15 giorni di stage, presso la Sala Formazione della cooperativa Coopselios, dagli stessi tirocinanti. Erano presenti i rappresentanti delle cooperative aderenti al progetto, oltre a Fabrizio Montanari e Paola Macchi del Consorzio Quarantacinque. A fare gli onori di casa, Ilaria Morandi di Coopselios e Marco Tamagnini, presidente della cooperativa Il Fiore.

Nella cooperazione il coinvolgimento diretto delle persone è fondamentale – ha sottolineato Tamagnini nel suo saluto ai ragazzi del liceo Galilei – e all’interno delle cooperative i soci sono i veri protagonisti. E’ infatti grazie al loro contributo che possiamo dare alla comunità un insieme di servizi molto importanti per il benessere di tutti i cittadini”. Ed è con questo spirito che i ragazzi, assistiti da tre insegnanti del Liceo Galilei, hanno lavorato insieme al personale delle cooperative lungo questo percorso di formazione.

Il gruppo ospitato da Augeo – spiega Alessandra Sorrentino che ha seguito lo stage per la cooperativa – ha avuto modo di sperimentarsi, sia a livello teorico sia a livello pratico, entrando a contatto con i bambini presenti nei servizi gestiti dalla cooperativa e con il personale, su tre macrotemi: il bilinguismo per la prima infanzia e la promozione, attraverso alla stesura di un piano di comunicazione ad hoc, del progetto “At home. Everywhere”; il cooperative learning, sperimentandolo in prima persona come metodologia di lavoro, e il binomio cooperazione-alimentazione alla luce di Expo 2015, presso cui andranno in visita questo week end a conclusione del tirocinio”.

I gruppi ospitati dalle cooperative Zora e Lo Stradello si sono invece cimentati nell’ideazione di un modello di cooperativa che vorrebbero riproporre sul territorio campano: a partire dall’esperienza diretta con gli utenti dei centri diurni gestiti da Zora e Lo Stradello, e dopo un’attenta analisi dei dati demografici e dei bisogni della regione Campania, hanno provato a immaginare la costituzione della cooperativa Norm&Dea, una cooperativa di tipo A (socio-asssitenziale) con l’obiettivo di favorire l’inserimento lavorativo e l’inclusione sociale delle persone con disabilità.

Nel corso della loro permanenza a Reggio Emilia gli studenti napoletani hanno avuto incontri specifici sui temi della cooperazione sociale con il presidente di Legacoop Emilia Ovest Andrea Volta, il presidente del Consorzio Quarantancinque Piero Giannattasio, Matteo Pellegrini e Carlo Possa di Legacoop Emilia Ovest.

E’ stata un’esperienza utilissima – hanno commentato i ragazzi del Galilei – che ci ha permesso di confrontarci, di condividere emozioni, di scoprire nuove risorse in un territorio tanto diverso dal nostro quanto stimolante e accogliente. Torniamo a casa arricchiti umanamente e professionalmente”. “Ringraziamo – hanno concluso i docenti del liceo che hanno accompagnato gli studenti in questo percorso – le cooperative Augeo, Zora e Lo Stradello e il Consorzio Quarantacinque per l’accoglienza – hanno concluso i docenti del liceo che hanno accompagnato gli studenti in questo percorso. E’ grazie a progetti come questo che è possibile fare rete tra il mondo della scuola e quello del lavoro, mettendo in primo piano i ragazzi, le loro ambizioni e le loro capacità spesso non sufficientemente valorizzate”.