Coopservice a Dresda con i “Viaggi della memoria”

Coopservice a Dresda con i “Viaggi della memoria”

Per il sesto anno consecutivo, in collaborazione con Istoreco, Coopservice ha organizzato un “Viaggio della memoria” nei luoghi che furono teatro delle atrocità naziste. Un viaggio di formazione e arricchimento personale, per non dimenticare e rendere omaggio alle tante vittime dell’Olocausto.

Dal 27 al 31 agosto, una sessantina fra soci e famigliari, in prevalenza giovani, hanno visitato Dresda, la città nel cuore della Sassonia rasa al suolo dai bombardamenti alleati durante la seconda guerra mondiale e risorta dalle sue ceneri negli anni postbellici entro i confini di quella che fino alla caduta del Muro di Berlino, nel 1989, fu la ex Germania dell’Est o Repubblica Democratica Tedesca.

Una città bifronte, Dresda. Culla mondiale delle arti, celebrata nella prima età moderna come la Firenze dell’Elba, in virtù della sua vita artistica e culturale. Ma, sciaguratamente rinomata, nel “secolo breve”, come laboratorio di umana ferocia al servizio dello sterminio scientifico perpetrato dai nazisti nei confronti degli “indesiderabili”, vale a dire i malati e “i diversi” che inquinavano la purezza della razza ariana.

Anche il viaggio, dunque non poteva che snodarsi attraverso due percorsi. Il primo ha portato alla piacevole scoperta dei dipinti conservati nella Pinacoteca dei Maestri Antichi (una collezione di capolavori di rara bellezza, fra i quali la Madonna Sistina di Raffaello), senza trascurare uno sguardo sulla laboriosità e l’ingegno della Germania di oggi che a Dresda è simbolicamente rappresentato dalla Gläserne Manufaktur (“manifattura di vetro”) di Volkswagen, una fabbrica modello perfettamente inserita nel paesaggio urbano, dalle cui pareti trasparenti si possono seguire tutte le fasi di produzione di un automobile.

Il secondo percorso, invece, ha squarciato il velo sulla città “nascosta”, fino a scoprire la terribile verità dello sterminio di massa operato dai nazisti e celato dalle mura del castello di Sonnestein, vicino a Pirna, cittadina non lontana da Dresda. Fu lì, in quella fortezza, che si consumò uno dei progetti più feroci e oscuri del folle “piano di miglioramento della razza”: la criminale operazione denominata “T4 Aktion”. Il nome sinistro serviva a nascondere una realtà ancora più orribile: un programma di eutanasia per i malati e per tutti coloro che il Reich considerava “diversi”.

Le crude stime del massacro, avvenuto tra il 1940 e il 1941, contano oltre 13mila persone soppresse dai nazisti, la maggior parte delle quali erano ammalate o con problemi mentali. Fu per l’uccisione in massa di persone indifese e l’incessante utilizzo delle camere a gas che l’ex sanatorio di Pirna-Sonnenstein passò tristemente alla storia come luogo di sterminio.