Confcooperative e Legacoop: le priorità per i candidati

Confcooperative e Legacoop: le priorità per i candidati

Sono riassunte per punti le sollecitazioni con le quali Confcooperative e Legacoop scendono in campo alla vigilia delle elezioni amministrative, invitando innanzitutto la politica, ed in particolare i nuovi amministratori locali, “a farsi carico del bisogno di unità tra istituzioni, forze economiche e sociali cui l’attuale campagna elettorale certamente non ha contribuito e che resta condizione imprescindibile di sviluppo economico e coesione sociale di tutto il territorio, dal Po al Crinale Appenninico”.

Confcooperative e Legacoop (540 imprese aderenti con 750.000 soci, 55.000 lavoratori, di cui 18.000 a Reggio Emilia, e 8,5 miliardi di valore della produzione, pari al 12% del valore aggiunto della nostra provincia) entrano poi nel merito di specifiche proposte e rivendicazioni, ponendo subito l’accento sul tema di quelle gare al massimo ribasso che – secondo le centrali cooperative – “vanno eliminate quando si parla di appalti di lavori e servizi pubblici, laddove deve essere la qualità del lavoro e la sua regolarità il primo parametro di valutazione”. “Gli enti locali – sottolineano Confcooperative e Legacoop – sono chiamati anch’essi a stroncare diffusi fenomeni di dumping contrattuale e forme di irregolarità che penalizzano lavoratori e imprese, mentre invece le gare al massimo ribasso sono un incentivo a questi fenomeni pesantemente negativi, che si ripercuotono anche sui cittadini in termini di qualità delle opere e dei servizi. Anche da qui passa la lotta all’illegalità e alle infiltrazioni della criminalità organizzata”.

Altrettanto esplicito il messaggio sul tema degli appesantimenti e sulle lentezze della burocrazia. “Complessità inutili e lungaggini che si perpetuano non generano soltanto costi elevati per le imprese, ma rendono del tutto incerto anche il cammino di chi è orientato a nuovi investimenti, che in tal modo – spiegano le centrali cooperative – rischiano di restare al palo, con tutte le conseguenze che questo comporta in termini di raffreddamento delle possibilità di ripresa”. Ai candidati alle amministrative, Confcooperative e Legacoop lanciano poi una specifica sollecitazione sul tema delle nuove vocazioni del territorio, che richiedono un più attento lavoro sulle infrastrutture e sulle nuove opportunità che Reggio Emilia deve decisamente candidarsi a cogliere secondo modelli e progettualità sostenibili e innovativi. “Pur senza entrare nel merito di tutti i temi legati, ad esempio, alla viabilità e alla connettività – sottolineano le centrali cooperative – è necessario un impegno più serrato attorno alla stazione medio padana e al Tecnopolo, che appartengono di fatto alle nuove vocazioni reggiane e in grado di sostenere la valorizzazione di tante altre eccellenze del nostro territorio”. E qui un appunto specifico riguarda l’Expo. “Abbiamo di fronte – sostengono Confcooperative e Legacoop – una grande opportunità e su questa abbiamo proposte e progetti già in corso per la cooperazione e il territorio, ma occorre una regia che metta insieme e selezioni le iniziative di maggior valore per evitare di sbriciolare una proposta reggiana che, a quel punto, sarebbe del tutto inadeguata alla portata dell’evento”. Tra le priorità di lavoro indicate da Confcooperative e Legacoop ai futuri amministratori pubblici rientra, ancora il tema della riqualificazione e rivitalizzazione dei centri storici. “Snellire procedure, incentivare il recupero ed incentivare le riconversioni energetiche – spiegano Confcooperative e Legacoop – significa rendere nuovamente abitabili porzioni urbane importanti e soggette ad un esodo che si riflette su tutte le attività qui presenti e sull’ingolfamento urbanistico di altre aree, cresciute in modo disordinato, talvolta sprovviste di servizi e quindi non in grado di assicurare adeguate condizioni di vita”.

Grande attenzione dovrà essere posta alle politiche del welfare, dove già la cooperazione svolge un ruolo fondamentale per garantire, nell’ambito delle scelte politiche pubbliche, servizi alle persone e innovazione sociale. Le nuove amministrazioni dovranno però vedere la cooperazione non come suppletiva e interstiziale, ma come partner attivo e propositivo per garantire la coesione sociale, l’evidenziazione e la risposta ai nuovi bisogni, e per mantenere la qualità e la quantità dei servizi. La cooperazione è in grado di farlo, e chiede ai nuovi amministratori che non si ragioni solo su come risparmiare negli appalti, ma di qualità del lavoro, di competenze, di innovazione, di alleggerimento delle procedure burocratiche e dei costi complessivi della macchina che gestisce il welfare.

Un ruolo importante sta avendo la cooperazione per la tenuta dei livelli occupazionali e per la creazione di nuove imprese: “Noi siamo attrezzati – affermano Confcooperative e Legacoop – per dare nuovi stimoli e nuove opportunità ai giovani che si vogliono mettere in gioco. Occorre però che le risorse e le azioni pubbliche dedicate in particolare ai nuovi e giovani imprenditori siano finalizzate a creare vere imprese e vero lavoro per chi ancora non lo ha”.