Dall’unione di Cormo e Cooplegno nasce Open.co, una nuova azienda con una storia antica
Le cooperative Cormo di S. Martino in Rio (Reggio Emilia) e CoopLegno di Castelvetro (Modena) hanno ufficializzato il 4 settembre la loro fusione, dalla quale è nata Open.co soc.coop con l’intento di rendere maggiormente competitive sul mercato globale le due cooperative, già leader nel settore dei serramenti.
Il processo di fusione, avviato a inizio 2014, ha permesso di razionalizzare e specializzare gli impianti produttivi, mettendo a valore il know-how progettuale, impiantistico e organizzativo costruito in oltre 100 anni di storia dalle due realtà emiliane. “La fusione è la risposta alla perdurante crisi del settore dell’edilizia che ha investito in modo drammatico, e senza eccezioni, tutte le aziende della filiera delle forniture”. Queste le parole di Daniele Sitta, Presidente e Direttore Generale di Open.co. La decisione coraggiosa e responsabile di Cormo e CoopLegno è stata quella di reagire, unendo le forze per razionalizzare i costi e per nuovi investimenti. Grazie al supporto del movimento cooperativo, che ha creduto nel progetto industriale di Open.co, sono stati attivati i necessari interventi di rafforzamento patrimoniale e finanziario, che hanno permesso di superare le precedenti difficoltà: in questo modo – conclude Sitta – è stato possibile investire su nuovi mercati, sia in Italia che all’estero, ma anche su nuovi prodotti e servizi”. Tra questi, si segnala l’acquisto di un impianto industriale, dotato della migliore tecnologia attualmente disponibile, per la produzione di serramenti in PVC direttamente nello stabilimento di S. Martino in Rio, così come di porte per il settore alberghiero, e l’attivazione del servizio di rigenerazione dei serramenti esistenti.
L’obiettivo del piano triennale è di raggiungere 60 milioni di euro di fatturato nel 2016, per garantire la continuità produttiva e occupazionale. Oggi Open.co ha una capacità produttiva di oltre 400.000 tra porte, finestre e portoncini, che ne fanno il primo produttore in Italia. I dipendenti sono attualmente 500 (300 dei quali sono soci) e tutti, seppur in misura diversa, sono toccati dall’utilizzo degli ammortizzatori sociali (CIG e solidarietà).