UN LIBRO PER GLI OTTANT’ANNI DELLA LATTERIA SOCIALE IL FORNACIONE DI FELINA

UN LIBRO PER GLI OTTANT’ANNI DELLA LATTERIA SOCIALE IL FORNACIONE DI FELINA

ll 21 dicembre scorso sono stati festeggiati con una bella e partecipata iniziativa (280 presenti) gli ottant’anni di vita della Latteria sociale Il Fornacione di Felina. I festeggiamenti hanno visto la presenza di 280 persone, con diverse autorità; tra queste la presidente della Provincia Sonia Masini e il sindaco di Castelnovo ne’ Monti Gianluca Marconi. Per Legacoop Reggio Emilia erano presenti la presidente Simona Caselli e il responsabile del settore agroalimentare Luigi Tamburini. Nel corso dell’iniziativa è stato presentato il libro di Athos Nobili “Il Fornacione, 1933-2013. Ottant’anni di lavoro, di progresso e di vita”. Il libro, dopo la presentazione del presidente della cooperativa Nardo Ferrarini, presenta anche tre interventi della senatrice Leana Pignedoli, particolarmente legata al Fornacione, essendo di Felina, del sindaco di Castelnovo ne’ Monti Gianluca Marconi e di Luigi Tamburini.

Oggi Il Fornacione è una delle realtà economiche più importanti della montagna reggiana, e tra i caseifici più significativi della provincia, ma pur nelle continue trasformazioni e innovazioni ha saputo tenere uno stretto collegamento con la sua storia, a cominciare dalla sede, che pur con recenti lavori di riqualificazione, ha mantenuto lo stesso impianto del 1933, presentandosi con un edificio in pietra molto bello dove ha anche sede l’accogliente spaccio di vendita.

Il senso del libro lo chiarisce Nardo Ferrarini: “Abbiamo voluto questa pubblicazione non solo per festeggiare l’ottantesimo compleanno della nostra latteria, ma soprattutto per ricordare e documentare i grossi sacrifici fatti dai suoi fondatori in un’epoca particolarmente difficile sotto il profilo socio-economico in una zona di montagna come Felina e l’Appennino Reggiano. La loro opera – prosegue il presidente Ferrarini – è stata, per tutti i soci della Fornacione e, credo, per tutti i felinesi, un dono impagabile che indendiamo consegnare inalterato alle nuove generazioni”.

Il senso dell’intergenerazionalità, tipico della cooperazione, traspare dal racconto e dal lavoro di ricerca di Athos Nobili. La storia del Fornacione è in realtà una storia di persone, che hanno sempre creduto nella latteria sociale, l’hanno difesa e l’hanno sempre sviluppata con lungimiranza. E’ anche la storia dei soci e delle loro famiglie, della loro vita: il libro è infatti ricco di documenti e di fotografie prese dagli album di famiglia. Non manca un commosso ricordo di Sergio Zanetti, prematuramente scomparso il 26 luglio 2013, che per anni è stato il consulente del Fornacione e un punto di riferimento per tutto il settore agricolo della montagna reggiana.Il senso di una Latteria sociale fatta principalmente di persone, si coglie anche nelle belle parole di Leana Pignedoli. “Il Fornacione non riesci a pensarlo solo come un luogo dove si produce e si vende il Parmigiano Reggiano. E’ qualcosa di più. Vai lì e ti senti un po’ a casa. E’ come se il tempo avesse lasciato tracce inconfondibili, non solo peri muri recuperati ad arte che ti evocano le atmosfere dei primi del Novecento ma perché risenti l’atmosfera originaria, di quando il caseificio era sì il centro della produzione, ma anche il punto di incontro di un paese. Ci si attardava al casello, allora, non solo per discutere il prezzo del latte, ma per parlare di molto altro, dalle questioni pubbliche a quelle private”.

Il sindaco Marconi, che è anche presidente internazionale della Rete delle Città Slow, nel capitolo “Il Fornacione ha ottant’anni ed è sempre giovane”, ricorda con piacere l’entusiasmo di Carlin Petrini per il  formaggio del Fornacione, e di tanti altri amici di tutto il mondo, un formaggio usato quasi come un lasciapassare per aprire tante porte. Luigi Tamburini, nel suo intervento, ripercorre invece le fasi di profonda trasformazione del settore lattiero-caseario degli ultimi anni, dove la latteria del Fornacione è sempre stata una protagonista dell’innovazione, mantenendo saldi i legami con la tradizione.