LO STRADELLO: UN PERCORSO SULL’IDENTITÀ DI GRUPPO E SUI SIGNIFICATI QUOTIDIANI DEL FARE EDUCATIVO

LO STRADELLO: UN PERCORSO SULL’IDENTITÀ DI GRUPPO E SUI SIGNIFICATI QUOTIDIANI DEL FARE EDUCATIVO

Si è concluso recentemente un interessante percorso formativo promosso dalla cooperativa sociale Lo Stradello. Ce ne parlano Emanuela Spaggiari, consulente per lo sviluppo delle risorse umane dello studio Ge.Co. e Maurizio Fajeti, operatore della cooperativa.

 

«Concha, l’origine della vita.Concha, detto così, suona strano. “Nomen omen”, dicevano i romani, ossia il nome di una persona svela già la sua storia. Gli educatori di Concha, Servizio di laboratori integrati diurni della cooperativa sociale Lo Stradello, hanno voluto riempire di significati la storia del loro gruppo, che da anni lavora per costruire autonomie accanto a persone diversamente abili.

Concha, quindi, è diventata una conchiglia i cui solchi indicano la storia, non sempre facile, di un gruppo che continuamente è chiamato a rispondere a nuove esigenze: cambiano le leggi, si riducono i finanziamenti, cambiano le attività che si possono proporre agli utenti, ma non cambia lo sguardo potenziante che questi educatori riservano ai loro ragazzi e alle loro ragazze, ogni giorno.

Poi Concha, come conchiglia, è diventata un oggetto da trasformare per farne un gioiello: fuori metafora, il Centro si è fatto laboratorio per dirsi qual è la specificità del nostro fare educativo, ciò che ci rende unici.

Poi Concha, come conchiglia, è diventata una casa, una protezione, un rifugio per degli esseri viventi. In qualche caso, potremmo aggiungere, uno scudo nei confronti dei pregiudizi e della fretta con cui tante persone fragili vengono giudicate.

Inoltre Concha, come conchiglia, ha le potenzialità di un organismo simbionte: un essere che vive in rapporto con altri organismi e trae vantaggio da questa condivisione. E questo è un altro tratto distintivo del sistema cooperativo, da sempre fondato sulla collaborazione e sulla condivisione.

Come e perché definire l’identità di un gruppo di lavoro. Per far fronte in modo propositivo a un importante cambiamento organizzativo, il gruppo di educatori del Centro, coordinati da Maurizio Fajeti, ha intrapreso un percorso di formazione guidato da Emanuela Spaggiari dello studio GE.CO , mirato a mettere a fuoco l’identità del gruppo. Cosa significa cercare la propria identità? Ma, prima di tutto, perché è così importante definire un’identità? Sapere chi siamo significa principalmente avere ben presente da dove si viene, quale storia abbiamo alle spalle, quali sono i principi che ci hanno sostenuto per poter arrivare fino a dove siamo ora. Quindi appoggiare saldamente i piedi a terra, osservare l’orizzonte e incamminarsi verso dove si vuole andare.

Il primo passo è stato quello di ricostruire i rimandi tra il gruppo di Concha e tutti coloro che a vario titolo interagiscono con questi operatori; utenti e famiglie ma anche colleghi di altri centri, tirocinanti, volontari, istituzioni e referenti territoriali. Partendo quindi dai feedback provenienti da questi attori si è lavorato insieme per far emergere un’identità del gruppo chiara e riconoscibile all’esterno. Perché l’identità non è un concetto astratto; è nei gesti, nello sguardo, nel modo di porsi. L’identità cambia, si trasforma, si modella con il tempo, ma in un continuum che permette la sicurezza di un fare etico e carico di significati.

Si è ragionato sugli spazi che il Centro occupa, sulle attività che gli educatori svolgono quotidianamente a contatto con persone con diversa logicità cognitiva ed emozionale, sulle relazioni tra educatori e utenti, sull’organizzazione e sulla comunicazione all’interno e all’esterno del gruppo. La finalità è stata quella di esplorare il proprio centro, ossia il modo originale e unico con cui questo gruppo di educatori rende operative le proprie conoscenze. Parafrasando Jerome Bruner, questo guardarsi attraverso i propri occhi, ma cercando risposte e indicazioni anche in quelli degli altri, ha permesso a questo gruppo di riscrivere il racconto “su chi e che cosa siamo e sul perché facciamo quel che stiamo facendo”».