“COSTRUIAMO IL FUTURO”, IL CONVEGNO NAZIONALE  DI LEGACOOP EMILIA OVEST SUL SETTORE EDILIZIA E COSTRUZIONI

“COSTRUIAMO IL FUTURO”, IL CONVEGNO NAZIONALE DI LEGACOOP EMILIA OVEST SUL SETTORE EDILIZIA E COSTRUZIONI

Legacoop Emilia Ovest ha organizzato il 26 febbraio al Centro Internazionale Malaguzzi a Reggio Emilia, un convegno di portata nazionale. Il titolo “Costruiamo il futuro – Innovazione e sostenibilità: nuovi percorsi per il settore edile” suggerisce l’obiettivo dell’iniziativa che tocca un tema di grande attualità. Oltre 500 i partecipanti all’iniziativa, a testimonianza della grande attenzione verso il tema.

Con questa iniziativa, a cui è intervenuto anche il presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti, Legacoop Emilia Ovest ha voluto dare il proprio contributo al dibattito sul futuro della filiera delle costruzioni per riflettere insieme su una rinnovata visione che coinvolge tutti: istituzioni, imprese, associazioni di categoria, lavoratori, professionisti, organizzazioni sindacali e la società intera.

La giornata è stata pensata come un crocevia di riflessioni e confronti. Dopo i saluti del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, del presidente della Provincia Giammaria Manghi, di Riccardo Ferretti, Prorettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, sono intervenuti Luca Dondi Dall’Orologio di Nomisma (“Le imprese cooperative di costruzioni nel periodo della crisi: analisi delle performance nel contesto del quadro economico e di settore“), Sauro Mocetti, di Banca d’Italia (“Il settore delle costruzioni: il quadro economico e creditizio”), Lorenzo Bellicini, del Cresme (“Settimo ciclo edilizio e seconda rivoluzione industriale nelle costruzioni: nuovi scenari professionali”).

Ha chiuso la mattina la riflessione di Andrea Volta, presidente Legacoop Emilia Ovest, che dall’analisi del passato ha lanciato una proposta per il futuro coinvolgendo tutti gli attori in campo e facendo un’esortazione al movimento cooperativo affinché sappia esprimere il suo valore e il suo ruolo di protagonista nella difesa e cura del bene comune. Presenti in sala il Prefetto di Reggio Emilia, Raffaele Ruberto, gli onorevoli Antonella Incerti e Maino Marchi, diversi sindaci e assessori del comuni reggiani.

Nel pomeriggio, i temi e i nodi sviluppati nelle relazioni della mattina, sono stati ulteriormente arricchiti da due dibattiti, introdotti e moderati da Aldo Norsa dell’Università di Venezia e collaboratore del Sole 24 Ore.

Alla prima tavola rotonda, sul tema “Committenze e innovazione”, hanno partecipato il senatore Stefano Esposito che ha approfondito i temi più rilevanti del nuovo codice degli appalti, Stefano della Torre, professore al Politecnico di Milano, Alex Pratissoli, assessore alla Rigenerazione urbana e del territorio del Comune di Reggio Emilia, e Vincenzo Onorato, presidente del Consorzio Cooperative Costruzioni. Alla seconda (“Futuro e internazionalizzazione”), hanno preso parte Luca Bosi, presidente di Sicrea Group, Giovanni Silvestrini, presidente Green Building Council Italia, Roberto Leonardi, direttore Divisione Italiana Cmc, Matteo Triglia, amministratore delegato di Italferr, e Paolo Genta, presidente della Cooperativa Architetti e Ingegneri Progettazione. Ha chiuso i lavori Mauro Bonaretti, capo Gabinetto del Ministero delle Infrastrutture.

 

La sintesi dell’analisi di Nomisma”Le imprese cooperative di costruzioni nel periodo della crisi: analisi delle performance nel contesto del quadro economico e di settore”.

Confronto industria e costruzioni (2000-2015) Il confronto tra l’andamento della produzione industriale e delle costruzioni, che dal 2000 al 2015 ha registrato diversi andamenti, diversamente correlati al ciclo economico. La produzione industriale è sostanzialmente sovrapponibile all’andamento del PIL, con i due picchi negativi nel 2008 e 2009 e una seconda fase discendente dal 2011 in poi. A consuntivo 2015 l’industria rimane al di sotto del livello del 2010 di -7,8 punti percentuali.La produzione nelle costruzioni è invece costantemente diminuita dal 2008 (-31,6% sul 2010) rispecchiando il ciclo immobiliare negativo. Si segnala tuttavia che le costruzioni hanno registrato in novembre e dicembre 2015 due variazioni tendenziali consecutive positive, per la prima volta dal 2008 (rispettivamente +4% e +0,6%).

Compravendite e investimenti in abitazioni

I dati Ance mostrano che dal 2009 è iniziata una inversione di tendenza tra gli investimenti in immobili nuovi (in caduta verticale dal 2006 al 2015) e investimenti per manutenzione straordinaria, in stabile crescita.

Al 2015 gli investimenti in manutenzione straordinaria (47,9miliardi di euro) valgono circa due volte e mezzo gli investimenti in abitazioni nuove (18,7miliardi). In Italia, le compravendite hanno ripreso a crescere e i prezzi torneranno ad aumentare dal 2017.

Il finanziamento all’acquisto di abitazioni

Il capitale erogato alle famiglie per mutui nel primo semestre 2015 si è attestato a 17,3 miliardi di euro (+53% sul primo semestre 2014). Per il secondo semestre le stime indicano finanziamenti pari a circa 21 miliardi di euro (38,3 miliardi per l’intero anno 2015). Si tratta di un incremento eclatante, seppure di gran lunga inferiore rispetto ai dati diffusi anche da autorevoli istituzioni nel corso dell’anno.

Le prospettive del mercato immobiliare

Dal 2000 al 2008 i prezzi delle abitazioni hanno registrato un incremento dell’83,5%, seguito da un decremento del 22,6% dal 2008 al 2015. Dopo anni di performance immobiliari contrassegnate da tendenze e grandezze negative si registrano i segnali di una svolta, sebbene deboli e non sempre univoci, poi confermati nel corso del 2015.  Ad ostacolare il ritorno alla ripresa del comparto immobiliare, ha contribuito la rigidità dei valori immobiliari durante gli anni della crisi rispetto al cambiamento delle condizioni di contesto.

Il focus sulle imprese cooperative (2005-2014). L’intervallo di analisi copre l’arco temporale 2005-2014 (ultimo anno per bilanci disponibili). Il campione analizzato (41 aziende, in prevalenza emiliano-romagnole) comprende imprese cooperative di costruzioni che nel decennio hanno registrato in media un valore della produzione annuo compreso tra 30 e 250 milioni di euro. Nel 2014 il valore della produzione complessivo di tale campione è pari a circa 2,2 miliardi di euro. Dalla comparazione tra valore della produzione e costo del personale emerge con chiarezza uno dei tratti distintivi del mondo cooperativo. Infatti, a fronte di un drastico calo nel valore della produzione totale e di una significativa compressione dei margini, le cooperative hanno saputo, per quanto possibile, privilegiare la propria base occupazionale in linea con la propria natura di impresa mutualistica. Dall’inizio della crisi (2008) la durata media dei crediti verso terzi è aumentata per le cooperative di circa tre mesi e per le Spa di circa un mese.  Il dato può essere letto come una maggiore disponibilità delle cooperative a sopportare meccanismi di differimento creditizio nei confronti della Pubblica Amministrazione, dei clienti o di altre imprese private/ cooperative.

 

La sintesi dell’intervento del presidente di Legacoop Emilia Ovest Andrea Volta

Il movimento cooperativo, nel settore dell’edilizia e delle costruzioni, soprattutto in questa area, sta affrontando una crisi durissima. I numeri illustrati da Nomisma ce lo confermano e ci offrono occasioni di analisi e approfondimento.

Siamo in mezzo a una tempesta perfetta senza precedenti, perché alla devastante crisi economica, si somma anche una crisi reputazionale, che per i cooperatori è molto complesso affrontare. Come associazione, siamo impegnati su tutti i fronti senza risparmiarci, nel rispetto dei reciproci ruoli. La nostra mission ci impone di alzare la testa, stare al fianco delle cooperative nel bene e nel male.

Non ci stancheremo mai di promuovere questa forma di impresa nobile e sempre attuale, di guardare in faccia i problemi, cercando sempre di indicare una rotta, una via di uscita. Ogni caso è un caso particolare, fatto di cause ed effetti, contesti e situazioni non riconducibili ad un unico schema. Per questo, non esiste una terapia che funzioni per tutti i mali, ma occorre analizzare in profondità e senza remore il passato per cercare di evitare ulteriori peggioramenti e contagi. Per farlo, bisogna studiare, osservare, comparare, tracciare nuovi percorsi.

Come sosteniamo da tempo, la qualità, la preparazione, la lungimiranza e la velocità di azione e reazione del gruppo dirigente può e deve fare la differenza. Quando il gioco si fa duro, anche a causa di fattori esogeni avversi, bisogna essere non solo bravi, ma i migliori. Soprattutto quando si dirige una cooperativa. Dobbiamo puntare a diventare protagonisti di un nuovo stile di vita sociale, e farci promotori di un nuovo modo di fare e pensare l’edilizia, in un’ottica di servizi integrati, evoluti, innovativi e utili alle persone, alle famiglie e all’ambiente.

Per quanto riguarda gli stakeholder, nel rapporto pubblico-privato, una delle leve cruciali per lo sviluppo, occorre dare una svolta al nostro ruolo, ponendoci come partner di progetti e non come fornitori di prodotti. Chiediamo con forza un maggior controllo di tutti i passaggi di filiera, e fermo contrasto alla logica del massimo ribasso e della concorrenza sleale.

Per invertire la rotta occorrono investimenti, essenziali per uscire dalla crisi, ma ancor di più lo sono per il Paese. In particolare, mi riferisco alle infrastrutture, all’edilizia scolastica, alle manutenzioni delle reti, all’efficientamento energetico e al dissesto idrogeologico. Sotto questo punto di vista bisogna fare di più.

Auspichiamo, inoltre, che il sistema creditizio torni a fare il proprio dovere, che non è quello concedere fiducia a chiunque la chieda o a qualunque costo, bensì di valutare le aziende in base alla loro capacità di produrre valore aggiunto, in base alla qualità dei processi industriali, in base all’innovazione e all’utilità per la comunità che il progetto è in grado di esprimere.

Chiudo facendo un appello al movimento cooperativo affinché sappia esprimere tutto il bello e il buono di cui è capace, affinché indichi una nuova via da percorrere insieme, mantenendo fede a quei valori che hanno reso la cooperazione un grande bene comune, riferimento per centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Le difficoltà non possono oscurare la nostra storia, fatta di tanti sacrifici ma anche di tanti successi, non possono farci tremare le gambe di fronte alla lunga strada che dobbiamo ancora fare.

Al tempo stesso, approfitto di questa platea così ricca di professionalità e competenze, per lanciare un appello di unità e condivisione. Se non ci facciamo ingannare dagli interessi particolari, comprendiamo quanto sia importante e strategico collaborare per cambiare veramente le cose.

E invito coloro che non conoscono ancora bene la cooperazione, a scoprire quante opportunità offre a chi ha

buone idee, ha voglia di realizzarle e di mettersi in gioco condividendo aspirazioni e impegno con altre persone.

La nostra esortazione è: “costruiamo un futuro migliore” dove vivere bene, insieme, in modo inclusivo e in armonia con l’ecosistema.